Negli ultimi mesi, l’economia dell’Unione Europea ha mostrato segnali di ripresa, seppur a ritmi moderati, dopo le difficoltà attraversate negli anni precedenti. Le proiezioni della Commissione Europea per il biennio 2025-2026 suggeriscono un quadro di crescita trainato dalla domanda interna, un mercato del lavoro solido e un processo di disinflazione progressivo. Tuttavia, permangono rischi legati all’instabilità geopolitica e alle dinamiche del debito pubblico.
Crescita economica e consumi: un ritorno alla normalità?
Nel 2024, l’economia europea ha registrato una crescita stabile, anche se contenuta. La ripresa dei salari reali e l’andamento positivo dell’occupazione hanno contribuito a migliorare il reddito netto delle famiglie, ma i consumi restano deboli. Le incertezze economiche, i costi elevati della vita e la propensione al risparmio dovuta agli alti tassi di interesse hanno limitato le spese delle famiglie.
Tuttavia, per il 2025-2026, si prevede un graduale incremento dei consumi, sostenuto dalla crescita del potere d’acquisto e dalla riduzione dei tassi di interesse. Gli investimenti, dopo una contrazione significativa nella prima metà del 2024, dovrebbero beneficiare di bilanci societari solidi e di una migliore accessibilità al credito, oltre che del sostegno dei fondi europei per la ripresa e la resilienza.
Il mercato del lavoro europeo: un punto di forza
Il tasso di disoccupazione nell’UE ha raggiunto livelli storicamente bassi, attestandosi al 5,9% nell’ottobre 2024, con prospettive di ulteriore miglioramento. Questo risultato riflette una dinamica positiva che ha caratterizzato il mercato del lavoro negli ultimi anni, sebbene si preveda un rallentamento nella crescita dell’occupazione.
Un mercato del lavoro forte rappresenta un pilastro fondamentale per la stabilità economica, ma sarà cruciale monitorare eventuali impatti derivanti da cambiamenti strutturali e dalla trasformazione digitale di molti settori.
Disinflazione: un obiettivo realistico?
Dopo un lungo periodo di inflazione elevata, il processo di disinflazione avviato nel 2022 prosegue, con l’obiettivo di avvicinarsi al target previsto. Le previsioni indicano che l’inflazione nella zona euro potrebbe tornare sotto controllo entro la fine del 2025, grazie al rallentamento della crescita salariale, al miglioramento della produttività e agli effetti base favorevoli.
Nonostante ciò, le pressioni sui prezzi, specialmente nel settore dei servizi, restano elevate, e l’incertezza legata ai costi energetici potrebbe rappresentare una variabile critica nei prossimi anni.
Debito pubblico e disavanzi: sfide persistenti
Il rapporto debito/PIL nell’UE, dopo essere sceso significativamente tra il 2020 e il 2023, è destinato a crescere nuovamente, passando dall’82,1% del 2023 all’83,4% nel 2026. Questo aumento riflette il peso dei disavanzi primari elevati e della spesa per interessi, che non sono più compensati da una forte crescita del PIL nominale. La gestione del debito pubblico e l’attuazione di politiche fiscali prudenti saranno fondamentali per garantire la sostenibilità economica a lungo termine.
Rischi e prospettive: un equilibrio delicato
Nonostante le previsioni generalmente positive, i rischi di revisione al ribasso per l’economia europea restano elevati. Il conflitto in Ucraina e le tensioni geopolitiche globali continuano a influire negativamente, generando incertezza sui mercati e riducendo la fiducia degli investitori. Inoltre, la vulnerabilità del sistema finanziario e l’esposizione a shock esterni potrebbero rappresentare ulteriori ostacoli alla crescita.
Il 2025-2026 si preannuncia come un periodo di ripresa graduale per l’Unione Europea, con segnali incoraggianti ma anche sfide significative. La capacità di affrontare i rischi e di promuovere una crescita inclusiva e sostenibile sarà determinante per consolidare i progressi ottenuti e costruire un futuro economico più stabile e resiliente.